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Questa analisi è condotta a partire dal nodo centrale della sua opera: la presenza come narratore all'interno della sua stessa scrittura. Un'opera costellata di figure inquietanti, simboli ed epifanie che ricordano ossessivamente l'urgenza della memoria: come la figura del cerchio, simbolo dell'arrivo ad Auschwitz nel febbraio del '44 e memoria lapidaria dell'oscura verità umana, rivelata nell'Olocausto. Il volume è completato da una ricca appendice critica sulla letteratura internazionale della Shoah e sull'opera narrativa dei testimoni. Un'indagine circostanziata esplora il dibattito storiografico più aggiornato e la critica letteraria in campo internazionale, le problematiche filosofiche relative allo "scrivere dopo Auschwitz" e le opere della cosiddetta "seconda generazione".